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Cosmesi Naturale: la nuova sensibilità "verde", animata dai valori di qualità, salute ed ecosostenibilità al 100%, senza additivi chimici, conservanti e derivati animali. Troviamo linee dedicate alla cura e alla bellezza del viso e del corpo dermocompatibili, a base di elementi naturali, vegetali e biologici.

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INCI - (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients)

L'INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è una denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti del prodotto cosmetico. Viene usata in tutti gli stati membri dell’UE, così come in molti altri paesi nel mondo, tra cui ad esempio USA, Russia, Brasile, Canada e Sudafrica.
Dal 1997 è obbligatorio che ogni cosmetico immesso sul mercato riporti sulla confezione l'elenco degli ingredienti in esso contenuti usando la denominazione INCI, scritti in ordine decrescente di concentrazione al momento della loro incorporazione.
Al primo posto si indica l'ingrediente contenuto in percentuale più alta, a seguire gli altri, fino a quello contenuto in percentuale più bassa. Al di sotto dell'1% gli ingredienti possono essere indicati in ordine sparso.
La nomenclatura INCI contiene alcuni termini in latino (riferiti ai nomi botanici e a quelli di ingredienti presenti nella farmacopea; ad esempio "prunus amygdalus dulcis oil" sta per "olio di mandorle dolci") mentre la maggioranza è in inglese; nel caso dei coloranti si utilizzano le numerazioni secondo il Colour Index (es. CI 45430).
Fanno eccezione i coloranti per capelli, che devono sempre essere indicati col loro nome chimico inglese.
L’adozione della lista degli ingredienti dei prodotti cosmetici, da elencare attraverso l'impiego del codice INCI, rappresenta una utile informazione per la tutela al consumatore. Lo scopo del codice INCI è infatti prioritariamente quello di permettere alle persone allergiche di identificare facilmente la presenza della sostanza alla quale sono allergici all’interno del prodotto prima del suo impiego, in qualunque parte d’Europa (e spesso del mondo) si trovino.

Vantaggi e svantaggi del Cosmetico Naturale

Vantaggi e svantaggi del Cosmetico Naturale


Il cosmetico costituito anche da molecole di sintesi, che sfrutta la setosità di un tocco siliconico o l'effetto powdery  di un polimero acrilico texturizzante, non sono comparabili a quelle del cosmetico naturale, anche se è auspicabile che i recenti sviluppi di mercato, con l'ingresso di marchi leader in grande distribuzione di linee cosmetiche naturali, possano incentivare i produttori delle materie prime ad investire nella ricerca di materie prime naturali, per superare limiti formulativi riscontrabili nella realizzazione di alcune tipologie di prodotti, fornendo nuove opportunità per il formulatore.
Al di là della texture, nell'ambito della detergenza, gli amanti della schiuma che approcciano formulazioni “naturali”, potrebbero difficilmente adattarsi all'impiego di detergenti formulati con tensidi delicati e poco inquinanti ma che sviluppano poca schiuma a contatto con l'acqua. Per chi poi è dotato di chiome ricce e voluminose, il districamento dei capelli con balsami privi dei tensioattivi condizionanti quali il Cetrimonium Chloride o i poliquaternium, non biodegradabili e ittiotossici, ma certamente efficaci, potrebbe risultare un'operazione faticosa.
Uno dei maggiori problemi del cosmetico naturale è la sua conservazione: i conservanti di sintesi sono generalmente più potenti, efficaci ed economici delle molecole naturali. In questi ultimi anni la ricerca di nuove sostanze naturali ha subito un notevole incremento e non mancano i tentativi di sostituire i conservanti di sintesi con oli essenziali o altre molecole vegetali con attività batteriostatica. Recentemente si è diffusa la pratica di miscelare fra loro diverse sostanze naturali, per ampliare lo spettro, dosandole opportunamente e formulandole al pH adeguato. I risultati ottenuti sono discreti, anche se il problema della conservazione microbica di formulazioni cosmetiche naturali non è del tutto risolta. Spesso si ricorre all'impiego di elevate quantità di alcol etilico che, nonostante la sua “naturalità”, può risultare irritante, in particolare se applicato su pelle sensibile,  o si ricorre all'impiego di un packaging che garantisce un maggiore protezione dalla contaminazione microbica rispetto ai tradizionali vasi o flaconi, come contenitori airless o monodose, con la possibilità di impiegare dosaggi minori di conservanti nei cosmetici naturali.

Cosmetici Naturali - Vantaggi e Svantaggi dei Cosmetici Naturali
Altra criticità nella formulazione di prodotti con caratteristiche di naturalità è l'effetto “sapone”, fenomeno frequente all'atto dell'applicazione di emulsioni “naturali”, inconveniente che sarebbe facilmente evitabile utilizzando piccole quantità di dimeticone (una molecola siliconica).
Per quanto riguarda le sostanze funzionali, nonostante l'evoluzione e la messa a punto di sostanze di derivazione vegetale sempre più performanti in termini di sensorialità, e facilità di impiego e con un'attinenza sempre più spiccata ai concetti di biologico, organico e sostenibile, rimangono le problematiche legate  alle variazioni delle caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche del prodotto, tanto più marcate quanto maggiore è la quantita dell'estratto inserito: variazioni cromatiche notevoli, reazioni di ossidazione, odori sgradevoli, possibili instabilità, perdita di viscosità ed appiccicosità, sono solo alcuni degli inconvenienti che possono capitare al formulatore che impiega estratti vegetali.
Il mercato della cosmesi  naturale e del consumo eco-consapevole si è aperto da qualche anno anche ai solari, con la formulazione di prodotti in cui la capacità filtrante è conferita da pigmenti inorganici, maggiormente indicati per i soggetti con cute sensibile rispetto ai filtri chimici, alcuni dei quali possono risultare sensibilizzanti e poco tollerati, oltre a comportare fenomeni di bioaccumulo: uno studio condotto di recente da una équipe di ricercatori del Dipartimento di Scienze Marine del Politecnico di Ancona, coordinata dal professor Roberto Danovaro, ha dimostrato la correlazione fra impiego di protettivi solari a base di filtri chimici in zone balneari vicine al reef e progressivo sbiancamento dei coralli, un fenomeno che rischia di distruggere il 10% delle barriere coralline. Tuttavia, nonostante siano attualmente presenti sul mercato forme micronizzate di biossido di titanio e ossido di zinco che, in virtù delle ridotte dimensioni delle particelle all'ordine di grandezza dei nanometri, consentono di schermare radiazioni a bassa lunghezza d'onda quali gli UV ma non la luce visibile, minimizzando l'effetto bianco, la spalmabilità e l'omogeneità di distribuzione delle emulsioni formulate con miscele ben calibrate di filtri chimici è ancora superiore. Al di là del concetto edonistico, il vantaggio dell'impiego di una miscela di fitri organici rispetto ai soli filtri fisici, soprattutto in formulazioni ad alto fattore di protezione, risiede nel fatto che la quantità e la frequenza di applicazione da parte del consumatore di un prodotto solare, è superiore se si scelgono prodotti con una buona texture e spalmabilità, che non richiedano un tempo eccessivo di assorbimento e non lascino residui. Considerata l'importanza del prodotto solare come strumento di salute, questo vantaggio si traduce in una maggiore sicurezza.
Non è inoltre superfluo sottolineare che la qualità e la concentrazione di un ingrediente inserito in in un prodotto è importante non solo nella formulazione di un cosmetico tradizionale, ma anche in un prodotto che vanta caratteristiche di naturalità, poiché anche le materie prime provenienti dalla natura possono avere effetti nocivi se di scarsa qualità o se impiegati a concentrazioni elevate, in particolare su soggetti con pelle sensibile e predisposizione allergica. Un esempio sono gli oli essenziali che, pur essendo prodotti dalla natura, per la loro composizione e facilità di permeazione attraverso lo strato corneo, possono risultare fortemente irritanti e sensibilizzanti. Per non parlare del problema della presenza di radicali perossidici o lipoperossidi in un olio vegetale di scarsa qualità o mal conservato che, oltre all'inconveniente dell'odore sgradevole, può provocare reazioni ossidative e irritazione all'atto dell'applicazione sulla cute. Le materie prime di origine naturale non sono esonerate dal soddisfare  criteri relativi all'innocuità, efficacia, sicurezza e gradevolezza. Occorre avere garanzie sui residui di eventauli solventi chimici utilizzati nelle tecniche di estrazione o lavorazione. E in un ottica sempre più eco-sotenibile, l'impatto ambientale dei metodi estrattivi impiegati risulta essere un altro aspetto chiave nella “naturalità” del prodotto.

Se è vero che il percorso di sviluppo della formulazione di un prodotto naturale è irto di difficoltà, rimane ferma convinzione da parte nostra che, rispettando alcune regole fondamentali, è possibile preparare un prodotto naturale qualificato, in grado di rispondere a requisiti di sicurezza ed efficacia e privo di sostanze ritenute scarsamente dermocompatibili e dannose per l'ambiente. In primo luogo, poichè la semplicità è alla base di un prodotto naturale e questa filosofia non è sinonimo di banalità, il prodotto naturale dev'essere preparato selezionando e combinando sapientemente gli ingredienti e impiegandone, allo scopo, una quantità limitata, per ridurre il rischio di fenomeni di sensibilizzazione e allergia, e perché non è corretto verso il consumatore aggiungere componenti in tracce per motivi di marketing, ma con l'idea di perseguire una reale efficacia. Efficacia che può essere raggiunta, a nostro avviso, anche con componenti sintetici utili, quali ceramidi, vitamine o acido ialuronico. Va poi sottolineato che spesso il concetto di “naturalità” e di “sicurezza” di un prodotto cosmetico vengono confusi con l'assenza di un ingrediente presentato con toni allarmistici dalla comunicazione di massa. Di fatto, l'affermazione della “non presenza” di certi ingredienti accusa implicitamente i prodotti che li contengono di essere poco sicuri. E' questo il caso dei vari claims dei “senza” qualcosa, come “senza” conservanti,  glutine,  siliconici,  SLS, o ancora  “senza” paraffine o petrolati.  In un buon cosmetico naturale dovrebbero essere impiegati, oltre ad estratti vegetali privi di pesticidi, solventi di estrazione ed impurezze, elevate concentrazioni di oli vegetali, il cui principale vantaggio consiste nella loro composizione lipidica, molto simile a quella del sebo umano, affinità che conferisce loro spiccata capacità di ripristinare la barriera cutanea fisiologica mediante un'azione protettiva-filmogena ed emolliente.  Infine, altro vantaggio del cosmetico naturale di qualità dovrebbe essere la promozione della “chimica verde” o comunque di un uso “sostenibile” delle risorse naturali, filosofia che incoraggia un'attenzione maggiore per la filiera produttiva, non solo per la provenienza delle materie prime, ma anche per i processi di lavorazione, che devono privilegiare il basso impatto ambientale, minimizzare i consumi di energia, evitare l'impiego e la formazione di sostanze pericolose, sia per il cosmetico che per tutti gli elementi di contorno come il packaging e la comunicazione.


Che cos'è un Cosmetico Naturale?

Cosmetici Naturali

Definizione ragionata di Cosmetico Naturale

E' noto che l'utilizzo di piante o derivati naturali, nella preparazione di prodotti destinati all'applicazione topica, ha accompagnato per secoli la civiltà umana. Del resto, il mondo vegetale rappresenta una fonte inesauribile di materie prime che, trasformate con processi opportuni, trovano svariate applicazioni in ambito dermo-cosmetico, sia come sostanze funzionali che come eccipienti o veicolanti. Negli ultimi decenni, in particolare, a fronte di problemi come il surriscaldamento globale, il depauperamento delle risorse rinnovabili, l'aumento dell'incidenza di allergie e sensibilizzazioni cutanee,  abbiamo assistito ad un cresciuto interesse nei confronti  dell' ambiente e del consumo eco-sostenibile, dei prodotti naturali, della qualità e della sicurezza delle materie prime impiegate e, di pari passo, ad una demonizzazione, spesso ingiustificata, delle sostanze di sintesi, ritenute dannose per sé e per l'ambiente. In un contesto generale, è aumentata, da parte del consumatore, la richiesta di prodotti sempre più naturali, con il fenomeno della agricoltura biologica, che ha trovato, come leader indiscusso, il settore alimentare. La filosofia del naturale/biologico è diventata oggetto di grande interesse, sia da parte del consumatore, sia da parte degli operatori del settore e, dall'alimentare, si è estesa a ad altri ambiti, come quello cosmetico, con l'obiettivo di proporre un prodotto in grado di garantire un'elevata attenzione all'origine dei componenti utilizzati, alto grado di sostenibilità e rispetto per l'ambiente. E' importante tuttavia definire cos'è un cosmetico naturale perché il significato non è univoco e neppure regolamentato: non esiste alcuna legge che indichi quali sostanze e a quale concentrazione debbano essere contenute in un cosmetico naturale e quali no. Per questa ragione chiariamo innanzitutto che, in questo articolo, con la dicitura “cosmetico naturale” non si fa riferimento a quei prodotti che si fregiano di tale etichetta solamente in virtù del contenuto minimo di un estratto, ad esempio di aloe o altro vegetale, solo per claims di marketing, facendo leva sull'ambigua comparabilità col settore alimentare, approfittando della fiducia del consumatore e sminuendo la credibilità delle aziende che investono sullo sviluppo di prodotti pensati e realizzati con un un approccio cosmetico realmente naturale, a partire dalla selezione delle materie prime e dal loro dosaggio, fino ai processi produttivi e alla scelta del packaging.
Un cosmetico naturale è, a nostro avviso, un prodotto costituito principalmente da ingredienti naturali (ottenuti e utilizzati come tali o che hanno subito solo processi fisici di trasformazione) e da ingredienti di origine naturale, ma privo, o contenente concentrazioni molto limitate, di sostanze ritenute - da studi scientifici e da professionisti del settore - poco eudermiche o non facilmente biodegradabili, come i derivati siliconici,  gli acrilati, le molecole etossilate o di origine petrolchimica.
Fonte: http://www.my-personaltrainer.it